Le professioni più ricercate nel Design secondo SPD Scuola Politecnica di Design
Prompt Designer, Food Designer, Product e Interior Designer, ma anche Exhibition Designer e Aerodesigner: tutte le caratteristiche e le competenze che il designer contemporaneo deve possedere.
Il design conta, in Italia, 41.908 mila operatori, suddivisi tra 24.596 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 17.312 imprese, generando un valore aggiunto di 3,14 miliardi di euro, con un totale di 63.485 mila occupati: questi sono alcuni dei dati che Deloitte Private e Fondazione Symbola hanno presentato in occasione della Milano Design Week, dimostrando come questo settore traini ancora oggi la manifattura della nostra nazione.
Quali sono, però le caratteristiche che un designer al giorno d’oggi deve avere per essere competitivo sul mercato, soddisfacendo le esigenze della contemporaneità? Secondo SPD Scuola Politecnica di Design (www.scuoladesign.com/it/), la prima scuola per discipline del design in Italia del gruppo Plena Education, il designer contemporaneo è un “catalizzatore di discipline differenti”, che è in grado di mettere in relazione nel lento e stratificato processo di “costruzione” del progetto. Caratteristica imprescindibile per un designer che si approcci alla professione in questo momento storico è, infatti, una solida preparazione umanistica, sia essa sociale, economica, politica, psicologica, antropologica, che permetta di comprendere i cambiamenti epocali che stiamo vivendo e di proporre soluzioni da veicolare attraverso lo strumento del progetto, secondo le riflessioni di Francesco Faccin, direttore dell’area Design.
Quali sono, quindi, le professioni più ricercate nel futuro di questo settore?
- Aerodesigner / HMI expert: il settore dell’automotive sta vivendo una rivoluzione epocale, determinata dalla necessità di cambiamento dei sistemi di alimentazione dei veicoli e dalle nuove forme di mobilità. Questo rende necessaria la figura di designer dotati di solide competenze aerodinamiche e competenti rispetto alla Human-Machine Interface. L’aerodinamica è uno strumento essenziale per ridurre i consumi e aumentare l’efficienza dei veicoli: da qui la necessità di un aerodesigner che abbia le competenze di progettazione tipiche del transportation designer, sapendo inoltre ottimizzare l’aspetto aerodinamico. Dall’altro l’incremento della componente softwaristica nei veicoli – con la strumentazione analogica sostituita da quella digitale, i sistemi di guida autonoma, il vehicle sharing e relativa semplificazione di utilizzo, che richiede una estensione del veicolo su altri dispositive digitali – rendono necessaria la figura di un Vehicle HMI expert che sappia implementare nuovi sistemi hardware e software nei veicoli per nuove forme di mobilità, e sia in grado di progettare soluzioni innovative sia per l’interno sia per l’esterno dei veicoli.
- Prompt designer: la nuova estate dell’Intelligenza artificiale, che ha permeato non solo il mondo della data science ma anche i tradizionali tool utilizzati dai designer, farà sì che nel futuro sarà sempre più necessaria questa figura nel mondo della comunicazione. Il Prompt Designer progetta e scrive prompt di qualità per dialogare con le IA e addestrarle a fornire gli output più efficaci e pertinenti, combinando competenze tecniche e umanistiche, in quanto deve avere una comprensione chiara del contesto in cui sta interagendo con l’IA, padroneggiare il linguaggio verbale per individuare le scelte lessicali migliori possibili, così da comprendere la ‘logica’ dello strumento per instaurare un dialogo proficuo.
- Exhibition/Event Designer: è una nuova figura professionale in grado di unificare le competenze del designer con elementi di management, marketing e comunicazione al fine di creare comunità. Il design thinking è il primo strumento che viene applicato per la progettazione congiunta di spazi fisici e digitali per determinare le relazioni nello spazio e temporali tra diversi gruppi di clienti e stakeholder di grandi eventi, poiché non può esserci network senza lo sviluppo di una piattaforma di relazioni.
- Il Nuovo Food Designer: è una figura che padroneggia le metodologie del design per gestire tutto il processo della catena alimentare e far sì che l’oggetto commestibile sia un elemento di design. Il nuovo Food Designer possiede, inoltre, competenze manageriali che gli permettono di entrare in dialogo con tutti gli stakeholders della catena alimentare (il cibo come risorsa, utensili e luoghi del cibo, comunicazione e marketing) per unificare tutti questi elementi all’interno di un progetto di design del cibo coerente e innovativo.
- Interior Designer come esploratore di spazi: il designer d’interni deve saper esplorare lo spazio abitato, comprendendo come questo viene percepito. Indipendentemente dalla scala del progetto, esso viene vissuto attraverso l’interazione tra i suoi bordi costruiti, la luce e i suoni che lo abitano, i materiali e le finiture che lo caratterizzano, gli arredi che lo attrezzano. L’interior designer, oltre ad apprendere conoscenze specifiche, come le caratteristiche tecniche dei materiali, degli elementi di arredo e di illuminazione, deve saper progettare “spazi relazionali” con una precisa identità, ambienti e luoghi che favoriscano relazioni umane positive e connessioni armoniche tra abitanti e oggetti.
- Il Product Designer: Il designer di prodotto contemporaneo è una figura ibrida, con conoscenze in discipline differenti, che mette in relazione nelle diverse fasi del progetto. Estrattivismo, trasformazione delle filiere di produzione, legame con il territorio, esigenza di nuovi materiali, comprensione delle esigenze dei nuovi utenti sono temi urgenti che un designer calato nella contemporaneità deve essere in grado di analizzare e interpretare. Parte cruciale della professione di designer è stabilire e coltivare un dialogo virtuoso e produttivo con i fornitori, che assumono in questo rapporto la dimensione di collaboratori di progetto. Deve essere in grado di gestire piccole serie in auto-produzione ma anche progetti complessi e destinati alla produzione su larga scala. Deve dedicare tempo alla comprensione delle meccaniche e dei canali di distribuzione su scala sia locale che globale, sviluppando una conoscenza trasversale e versatile che permetta di spaziare dalle piccole autoproduzioni o serie limitate per gallerie fino al grande mondo della produzione industriale.
“Il cuore di SPD Scuola Politecnica di Design è il progetto. La grande tradizione del design Italiano, in grado di fondare una cultura del design inclusiva di istanze sociali, economiche, politiche, psicologiche, ha costituito il fondamento su cui la Scuola si basa dall’anno della sua fondazione, il 1954. Questi valori sono tutt’ora validi e richiedono di essere declinati in una contemporaneità globale che sta proponendo nuove sfide al designer, prima fra tutte quella ambientale.” – conclude Amos Bianchi
Nuova partnership tra SPD Scuola Politecnica di Design e studio wok per il Master of Arts in Interior Design
Con un approccio olistico alla materia e con il desiderio di riportare al centro lo “spazio relazionale”, la partnership tra SPD e studio wok rinnoverà il modo di fare design unendo i bisogni del presente a quelli del futuro.
Un master di due anni in lingua inglese che, a partire dal 2025, fornirà corsi ad hoc per diventare interior designer professionisti.
Il mondo in cui viviamo è fatto di tecnologie, esperienze immersive e soluzioni in grado di eliminare il concetto di distanza, ma nonostante i grandi vantaggi portati dall’innovazione, si iniziano a percepire sia la necessità di riconnettersi con l’altro in modo più umano e tradizionale, sia il bisogno di rivivere esperienze ed emozioni in spazi condivisi e accoglienti. Due esigenze che vanno a braccetto.
Si tratta di un concetto ben chiaro a SPD Scuola Politecnica di Design (www.scuoladesign.com/it/) – la prima scuola per discipline del design in Italia del gruppo Plena Education – che per questo motivo stringe una partnership insieme a studio wok (www.studiowok.com) – realtà milanese che fin dalla sua fondazione nel 2012 concentra la propria ricerca su architettura, design e paesaggio, prestando grande attenzione alla qualità dell’abitare – e annuncia la presenza di un nuovo master: il Master Of Arts In Interior Design. Si tratta di un corso biennale in lingua inglese che da gennaio 2025 offrirà corsi mirati e specifici per formare Interior Designer professionisti, Progettisti d’interni, Progettisti di mobili, Consulenti per l’interior design e Consulenti di progettazione sostenibile. In particolare, è suddiviso in 4 moduli: Element of Space Making con Associates Architetture, Perceiving the Space con Lorenzo Guzzini, Device con Matteo Ghidoni e Habitats con studio wok. Questo Master adotta una prospettiva olistica sul design d’interni contemporaneo partendo dal concetto di spazio abitato e da come questo viene percepito. La ricca tradizione del design d’interni italiano viene così messa a confronto con le sfide globali attuali e future con l’obiettivo di progettare “spazi relazionali”, ossia ambienti che favoriscano relazioni umane e connessioni armoniose tra persone, esseri viventi e oggetti.
Obiettivo della collaborazione è unire l’expertise offerta da SPD Scuola Politecnica di Design a quella di studio wok, che occupa una posizione molto influente nel settore dell’architettura e del design evidenziata dalla Wallpaper* Architects Directory 2019, (ossia la selezione dei 20 studi emergenti più promettenti a livello mondiale), e dal 2023 AD Italia che lo ha selezionato tra i 20 giovani designer, architetti e artisti della Future Generation.
“Siamo orgogliosi di annunciare il Master Of Arts In Interior Design, un corso reso possibile grazie al prezioso aiuto e supporto di studio wok, una realtà di grande ispirazione per noi e per tutti i nostri studenti” – spiega Amos Bianchi, coordinatore didattico di SPD Scuola Politecnica di Design – “Sarà un biennio ricco di corsi, ma soprattutto una challenge importantissima per iniziare a soddisfare concretamente il bisogno di riconnettersi all’altro. Il corpo docenti avrà sia la responsabilità di formare le menti dei ragazzi aiutandoli a sviluppare una visione creativa e funzionale in grado di rispondere alle esigenze dell’oggi e del domani, sia il compito di insegnare a generare spazi accoglienti, ambienti confortevoli e piacevoli dove riunirsi e ritrovarsi in modo fisico e reale, riuscendo così a soddisfare quella necessità di realtà fisica e vera che ad oggi accomuna davvero tutti.” conclude Amos Bianchi.
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